Tra le nuove misure varate dall’Unione europea c’è anche quella per finanziare gruppi di ricerca applicata per l’innovazione in agricoltura.
Si chiama “PEI” ma si legge “Partenariato europeo per l’innovazione“. Annunciato dalla Commissione europea come la vera risposta al problema degli investimenti in ricerca applicata, questo strumento è la vera novità della nuova PAC 2014-2020. Perché punta dritto a finanziare partnership e team tra agronomi, agricoltori, tecnici, ricercatori ed enti pubblici e privati per creare modelli produttivi sostenibili, green, capaci di migliorare l’economia e il benessere dei consumatori: insomma, innovativi.
Ma quanto conviene davvero agli agricoltori italiani investire in innovazione? Per rispondere basta dare un’occhiata alle risorse stanziate da Bruxelles a favore dell’Italia: 21 miliardi di euro per il periodo 2014-2020.
Un corso di E-learning Una parte dei finanziamenti PSR, infatti, serve a creare gruppi di collaudo, sperimentali, per l’innovazione in agricoltura: chi, ente pubblico, agricoltore, produttore, consulente, ricercatore creerà un team capace di trasferire tecnologie e buone prassi dall’Università ai campi (e viceversa) potrà beneficiare di una fetta di quei 21 miliardi. Una rivoluzione, mai espressamente prevista in modo così preciso a livello europeo.
A chi rivolgersi Nella pratica tutto ciò significa far lavorare insieme agronomi, tecnici, agricoltori e centri di ricerca sottoponendo idee e sistemi che siano applicabili anche su vasta scala. Andando sui siti di poli come Agroinnova (www.agrinnova.it ) o CSP(www.csp.it ) è possibile farsi un’idea dei progetti in atto e della possibilità di prendervi parte. E’ possibile anche segnalare una tecnica o una idea che possano essere sviluppare.