Dal Vertical Farming alla carne sintetica: come sta cambiando il modo di produrre e vendere il cibo

Da qualche anno a questa parte la notizia dell’avvento del Vertical Farming sta facendo il giro del mondo. La notizia infatti del perfezionamento della più innovativa delle tecniche colturali, che si libera anche del tradizionale concetto di “coltivazione in serra”, sta rivoluzionando la produzione del cibo non solo nei paesi più economicamente avanzati, ma bensì, si mette a disposizione anche dei paesi del Terzo Mondo, dove l’aridità dell’ambiente naturale rende quasi impossibile coltivare la terra.

 

E che dire della carne sintetica che la “Menphis Meat, start up di San Francisco, promette di portare sulle tavole di tutto il mondo entro il 2021?

 

Ma facciamo ordine e vediamo come e cosa sia cambiato nel modo di produrre e vendere il cibo negli ultimi anni.

 

L’agricoltura è sicuramente l’attività umana primaria, quella che da sempre ha contribuito al sorgere delle prime comunità. L’uomo, dal canto suo, non ha mai smesso di migliorarsi e di progredire, cercando soluzioni sempre più utili e innovative per semplificare le proprie attività, da quelle quotidiane a quelle comunitarie.

Prima tra tutte, la produzione del cibo.

Sebbene tanto importante, è altrettanto vero che, a differenza del settore industriale, quello agricolo ha subito una grossa battuta d’arresto durante gli anni della rivoluzione industriale in termini di ricerca e sviluppo. Il risultato è che mentre si parla sempre più insistentemente di Industria 4.0, l’agroalimentare sta vivendo una crescita più lenta.

Più lenta, ma non per questo meno significativa.

 

La svolta, per il settore alimentare, è arrivata con l’avvento dell’era delle informazioni. La possibilità di accesso alle informazioni ha infatti dirottato l’attenzione, non solo del pubblico, ma anche dei produttori verso prodotti e tecniche produttive “trasparenti”. Ed è infatti la trasparenza, il leit motiv, la forza motrice della cosiddetta “Digital Revolution”. Trasparenza, intesa come concetto trasversale, da una parte trasparenza nella informazioni riguardanti il prodotto, che ha portato il “potere” sul prodotto nella mani del consumatore, e trasparenza nella conoscenza della pianta.

 

Abbiamo quindi, da una parte un pubblico che richiede di avere accesso ad informazioni sempre più dettagliate sulle produzioni, sia di origine vegetale che animale.

Dall’altra parte, invece, abbiamo produttori che cercano sia di far fronte al mutato comportamento dei consumatori, sia di migliorare la produzione in termini di efficienza produttiva nonché di qualità del prodotto finale.

 

La Digital Revolution, ha risposto alle richieste di entrambe le categorie.

Per quanto riguarda i “nuovi” consumatori, il mercato brulica di app in grado di leggere i codici a barre dei principali prodotti in vendita e restituire informazioni su contenuto, calorie e persino provenienza. Inoltre, l’attenzione del pubblico verso gli allevamenti “cruelty free” e le coltivazioni “green”, ha fatto in modo che i nuovi parametri di mercato fosse proprio la sostenibilità ambientale e l’eticità degli allevamenti. Ecco come nasce la rivoluzionaria idea della murderless meat, dalla quale sta prendendo forma la carne sintetica.

 

Sul versante delle produzioni, infatti, la digitalizzazione dell’agricoltura ha infatti permesso di centrare più di un obiettivo circa cambiamenti climatici, abbattimento delle barriere all’ingresso e introduzione di tecniche colturali avanzate.

 

Primo obiettivo raggiunto è, quindi, la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico sulle produzioni: i cambiamenti climatici in atto possono avere effetti molto negativi proprio sulle produzioni agricole, pensiamo agli effetti di eccesso di piogge, forti grandinate o lunghi periodi di siccità. E’ importante per i produttori avere gli strumenti adeguati a calibrare le proprie strategie colturali sulla base delle condizioni atmosferiche. Questo avviene già grazie ai DSS (Decision Support System), i sistemi informatici in grado di elaborare i dati provenienti da reti di sensori meteo e suolo e garantire al produttore quella trasparenza circa le condizioni della pianta e dell’ambiente,indispensabile per una coltivazione efficace ed efficiente.

 

Grazie alla digitalizzazione dell’agricoltura si è riusciti a ridisegnare i criteri di mercato, permettendo di abbattere le barriere all’ingresso anche per le realtà più piccole, proprio grazie all’utilizzo di tecnologie alla portata di tutti. Inoltre, l’utilizzo di queste nuove tecnologie permette di migliorare la coltivabilità di terreni anche molto aridi o con un suolo poco adatto alla coltivazione, espandendo così il mercato agroalimentare anche a paesi in via di sviluppo.

Il connubio con il mondo IT ha permesso di abbandonare metodi di coltivazione convenzionali, spostandosi verso realtà nuove, mai immaginate fino a pochi anni fa, come, appunto, il Vertical Farming.

Chi avrebbe mai immaginato che saremmo stati in grado di coltivare senza luce solare e persino senza terreno?

 

Nel Vertical Farming la luce solare è sostituita da LED intelligenti, capaci di riprodurre i mutamenti della luce naturale anche “indoor”. Inoltre, grazie alla coltivazione idroponica, le piante crescono in un ambiente artificiale totalmente controllato, eliminando tutti i parassiti e le malattie causate dal contatto con terreno.

 

In altre parole, è quello dell’agroalimentare, o meglio dell’AgriTech il settore fucina di idee, dove le innovazioni e le più impensate invenzioni possono trovare il giusto terreno per crescere e realizzarsi, portandolo da fanalino di coda della rivoluzione industriale, a colonna portante della nuova economia digitale.