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E’ in corso a Bari in questi giorni, il “Festival dell’Acqua” presso l’Università degli Studi di Bari.

 

Nella quattro giorni dall’8 al’11 Ottobre, l’attenzione sarà tutta per l’Acqua, dalla gestione pubblica, a quella privata, dall’analisi dell’attuale situazione climatica, alle nuove idee per correggere e migliorare il suo sfruttamento, integrando nella discussione non solo gli organi di Pubblica Amministrazione dedicati e le aziende del settore, ma anche aziende e soggetti esterni.  

 

La situazione attuale non potrebbe essere più drammatica, gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti e l’impatto più grave si è avuto proprio sulle risorse idriche mondiali: se da una parte infatti, siamo in presenza di una popolazione mondiale in crescita e quindi di crescenti consumi, dall’altro si è registrata una preoccupante  riduzione delle precipitazioni . Occorre quindi, espandere il dibattito sulla sostenibilità ambientale in ambito economico.

A tal proposito, dell’intervento dell’Ing. Giovanni Discipio, Responsabile Area Esercizio Depurazione Bari ( Direzione Reti e Impianti, Struttura Territoriale Operativa Bari/BAT) è stata posta l’attenzione sull’importanza di creare una “Economia Circolare”, coinvolgendo “mondo dell’Acqua” e Agricoltura.

 

Economia circolare e acque reflue.

 

Per sua definizione, l’economia circolare è un sistema economico capace di “integrarsi” da solo; in altre parole, il sistema si alimenta autonomamente, grazie al prodotto a valle.

 

Nel territorio pugliese, la problematica principale legata all’acqua in agricoltura è quella dell’intrusione marina negli acquiferi, che consiste nella riduzione delle riserve di acqua dolce a causa dell’”inquinamento” delle riserve d’acqua dolce con acqua di mare. Il fenomeno è causato principalmente da emungimento incontrollato da falda, pratiche irrigue inadeguate e scarsità di precipitazione, ed è qui che entra in gioco il rapporto con il “mondo dell’acqua”.

 

Infatti, oltre ad uno sfruttamento razionale dell’acqua ( ad esempio grazie ai moderni DSS), la strada da percorrere è appunto quella della collaborazione con gli organi e le aziende che si occupano della gestione dell’acqua ed in particolare delle acque reflue. Sono proprio queste il punto di partenza per la realizzazione di un’economia circolare: a valle infatti, del processo di depurazione, l’acqua “in uscita” verrà riutilizzata come acqua irrigua.

Nell’intervento si sottolinea come in questo nuovo sistema economico, cambi radicalmente la figura del Gestore del Servizio Idrico Integrato, da semplice gestore della depurazione a stakeholder ad elevato grado di influenza e garante della qualità dell’acqua che viene re-inserita nel sistema.

Inoltre si è individuato come requisito fondamentale per la realizzazione del sistema, che il modello “garantisca ai diversi soggetti economici una redditività almeno pari a quella attuale”. Perché questo sia possibile, i requisiti fondamentali per la collaborazione devono essere:

 

  • Qualità della risorsa idrica
  • Convenienza nell’utilizzo, influenzata dalla stringente normativa in merito

I progetti in corso

Come dimostrato dai progetti realizzati in questo senso (Progetto Generale per l’utilizzazione irrigua delle acque reflue restituite dal depuratore di Bari-Sud Orientale, Acquaviva delle Fonti ), i requisiti per la realizzazione del processo sono le distanze con i comprensori irrigui e le loro caratteristiche agricole. In particolare, nell’ambito del progetto che coinvolge il depuratore di Bari-Sud Orientale, sono stati individuati “comprensori che presentano una valenza tecnica ed economica di particolare significato”.

 

Nell’ambito del progetto che coinvolge il depuratore di Acquaviva delle Fonti, invece, si è avuta la possibilità di interagire direttamente con gli utilizzatori finali. In questo modo si sono evidenziati i problemi fondamentali legati alla pratica irrigua, cause e potenzialità della soluzione proposta.

 

Infatti, se da una parte si hanno costi elevati, scarsità della risorsa e una lunga turnazione, causati principalmente da una falda troppo profonda, precipitazioni ridotte e colture troppo omogenee, grazie all’utilizzo delle acque reflue si realizzerebbe una netta riduzione dei costi, una migliore disponibilità della risorsa ed anche una riduzione dei tempi di turnazione.

 

Il modello risulta quindi conveniente ed interessante anche agli occhi degli utilizzatori finali, pur persistendo la perplessità riguardo le ricadute a lungo termine sulle condizioni del suolo e delle colture.

 

Ideare soluzioni innovative a 360° per risolvere la “questione acqua” è quanto mai fondamentale per poter fronteggiare l’attuale condizione climatica, soprattutto nel settore agricolo.

 

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E’ in corso a Bari in questi giorni, il “Festival dell’Acqua” presso l’Università degli Studi di Bari.

Nella quattro giorni dall’8 al’11 Ottobre, l’attenzione sarà tutta per l’Acqua, dalla gestione pubblica, a quella privata, dall’analisi dell’attuale situazione climatica, alle nuove idee per correggere e migliorare il suo sfruttamento, integrando nella discussione non solo gli organi di Pubblica Amministrazione dedicati e le aziende del settore, ma anche aziende e soggetti esterni.  

La situazione attuale non potrebbe essere più drammatica, gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti e l’impatto più grave si è avuto proprio sulle risorse idriche mondiali: se da una parte infatti, siamo in presenza di una popolazione mondiale in crescita e quindi di crescenti consumi, dall’altro si è registrata una preoccupante  riduzione delle precipitazioni . Occorre quindi, espandere il dibattito sulla sostenibilità ambientale in ambito economico.

A tal proposito, dell’intervento dell’Ing. Giovanni Discipio, Responsabile Area Esercizio Depurazione Bari ( Direzione Reti e Impianti, Struttura Territoriale Operativa Bari/BAT) è stata posta l’attenzione sull’importanza di creare una “Economia Circolare”, coinvolgendo “mondo dell’Acqua” e Agricoltura.

 

Economia circolare e acque reflue.

 

Per sua definizione, l’economia circolare è un sistema economico capace di “integrarsi” da solo; in altre parole, il sistema si alimenta autonomamente, grazie al prodotto a valle.

 

Nel territorio pugliese, la problematica principale legata all’acqua in agricoltura è quella dell’intrusione marina negli acquiferi, che consiste nella riduzione delle riserve di acqua dolce a causa dell’”inquinamento” delle riserve d’acqua dolce con acqua di mare. Il fenomeno è causato principalmente da emungimento incontrollato da falda, pratiche irrigue inadeguate e scarsità di precipitazione, ed è qui che entra in gioco il rapporto con il “mondo dell’acqua”.

 

Infatti, oltre ad uno sfruttamento razionale dell’acqua ( ad esempio grazie ai moderni DSS), la strada da percorrere è appunto quella della collaborazione con gli organi e le aziende che si occupano della gestione dell’acqua ed in particolare delle acque reflue. Sono proprio queste il punto di partenza per la realizzazione di un’economia circolare: a valle infatti, del processo di depurazione, l’acqua “in uscita” verrà riutilizzata come acqua irrigua.

Nell’intervento si sottolinea come in questo nuovo sistema economico, cambi radicalmente la figura del Gestore del Servizio Idrico Integrato, da semplice gestore della depurazione a stakeholder ad elevato grado di influenza e garante della qualità dell’acqua che viene re-inserita nel sistema.

Inoltre si è individuato come requisito fondamentale per la realizzazione del sistema, che il modello “garantisca ai diversi soggetti economici una redditività almeno pari a quella attuale”. Perché questo sia possibile, i requisiti fondamentali per la collaborazione devono essere:

  • Qualità della risorsa idrica
  • Convenienza nell’utilizzo, influenzata dalla stringente normativa in merito

I progetti in corso

Come dimostrato dai progetti realizzati in questo senso (Progetto Generale per l’utilizzazione irrigua delle acque reflue restituite dal depuratore di Bari-Sud Orientale, Acquaviva delle Fonti ), i requisiti per la realizzazione del processo sono le distanze con i comprensori irrigui e le loro caratteristiche agricole. In particolare, nell’ambito del progetto che coinvolge il depuratore di Bari-Sud Orientale, sono stati individuati “comprensori che presentano una valenza tecnica ed economica di particolare significato”.

 

Nell’ambito del progetto che coinvolge il depuratore di Acquaviva delle Fonti, invece, si è avuta la possibilità di interagire direttamente con gli utilizzatori finali. In questo modo si sono evidenziati i problemi fondamentali legati alla pratica irrigua, cause e potenzialità della soluzione proposta.

 

Infatti, se da una parte si hanno costi elevati, scarsità della risorsa e una lunga turnazione, causati principalmente da una falda troppo profonda, precipitazioni ridotte e colture troppo omogenee, grazie all’utilizzo delle acque reflue si realizzerebbe una netta riduzione dei costi, una migliore disponibilità della risorsa ed anche una riduzione dei tempi di turnazione.

 

Il modello risulta quindi conveniente ed interessante anche agli occhi degli utilizzatori finali, pur persistendo la perplessità riguardo le ricadute a lungo termine sulle condizioni del suolo e delle colture.

 

Ideare soluzioni innovative a 360° per risolvere la “questione acqua” è quanto mai fondamentale per poter fronteggiare l’attuale condizione climatica, soprattutto nel settore agricolo.

 

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