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Come ogni anno dalla sua prima istituzione nel 1992, anche quest’anno si tiene la WorldWaterDay2016, organizzata e promossa dall’ ONU. L’occasione per portare l’attenzione del mondo su una risorsa che tutti noi consideriamo inesauribile, e alla quale dobbiamo la stessa esistenza della vita umana: l’acqua. Una risorsa che però è in pericolo e soprattutto non accessibile da tutta la popolazione mondiale, per quanto fondamentale per la vita.
Fermiamoci allora a riflettere sul consumo e sullo sfruttamento di questa risorsa in Italia e proviamo a delineare qualche soluzione attuabile per la salvaguardia dell’acqua nel nostro paese.
Proprio in concomitanza con questa giornata, infatti, l’Istat ha pubblicato un quadro, breve sintesi della situazione dello sfruttamento delle risorse idriche italiane.
Ecco allora che i primi dati significativi riguardano la riduzione (del circa 1.1%) delle precipitazioni totali degli ultimi anni, che vedono una media annua di 740.8 mm, a fronte di un aumento della temperatura media, basti pensare che il 2014 ha visto la temperatura media più alta da 1971.
A fronte quindi, di precipitazioni minori e temperature medie annue più elevate c’è il consumo annuale di acqua che vede in prima posizione proprio il settore agricolo. A questo settore infatti si attribuisce circa il 93% dell’utilizzo di acqua, quindi percentuale preponderante rispetto al settore industriale e a quello domestico, che pure appare in aumento nonostante sia stato verificato che la maggior parte delle famiglie italiane predilige usufruire, per quanto riguarda l’acqua potabile, di quella in bottiglia.
Nell’annata agraria 2012 2013 l’irrigazione è stata effettuata l’irrigazione su 720.335 azienda agricole, 49% delle aziende agricole italiane, il 16% in più degli anni precedenti,. Inoltre si è calcolato che la propensione all’irrigazione (rapporto tra la superficie totale irrigata e la superficie agricola utilizzabile) è del 23.5% mentre la tendenza all’utilizzo delle potenzialità irrigue (rapporto tra la superficie totale irrigata e quella irrigabile) è del 71.6%. Questi dati ci dicono due importanti verità, la prima è che il settore agricolo italiano è quello su cui bisogna intervenire per creare una chiara e presente consapevolezza della salvaguardia ambientale che passa attraverso l’uso efficiente e razionale e dell’acqua. L’altra è che il momento giusto è proprio oggi, seguendo la spinta dei cambiamenti climatici che ci stanno portando verso climi sempre più aridi, infatti, si necessita di sistemi in grado di interpretare non solo questo tipo di cambiamenti, ma anche quelli legati alla richiesta della coltura e del terreno. Insomma, sia che le irrigazioni siano continuative e complete (come nel caso del riso) o che siano sporadiche e volte a migliorare la produttività in periodi secchi (quindi interventi da stress irriguo), queste non possono più essere orfane delle informazioni provenienti dall’ambiente in cui la coltura va ad essere.
Il futuro che prevediamo è che sempre più sistemi quali Bluleaf, capaci di sopperire alla mancanza di integrazione tra le informazioni climatiche e le richieste colturali e al contempo di fornire il supporto necessario per il corretto utilizzo dell’acqua, saranno fondamentali per il florido sviluppo dell’agricoltura italiana e non solo.
Con queste considerazioni ci uniamo anche noi all’hastag lanciato da Green Cross su Twitter che sta rimbalzando per tutta Italia: #salvalagoccia !
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